Feeds:
Articoli
Commenti

Music for airports

Ho voglia di scrivere. E una volta lessi un’intervista a Patrizia Valduga dove diceva che si scrive o prima o dopo l’amore, mai durante.

Ascolto Brian Eno, come quando andavo a letto con un uomo in grado sempre di mostrarmi cose, libri, film, musica che non conoscevo. Di cosa ho nostalgia, dunque?

Sono sette anni, ma non sono in grado di lasciarti adesso, anche se ho sete di cose nuove, anche se sono presa dall’utilità e difesa, e devo fare anche gli esercizi per la schiena, e perdere peso, anche se non ti penso quasi mai. Però ci sono, sempre.

Ho smesso di mostrarmi, ho smesso di dare. Ma non solo a te. Mi rendo conto che non posso ottenere dagli altri quel che io non so dare. Il problema è che oramai “gli altri” sono tutti trasparenti. Il dolore fisico ti cambia. Il mio ha reso la gente trasparente.

Non ho bisogno di nessuno perché alla fine me la cavo sempre. Scendevo le scale lentamente, un passo alla volta, per andare a carezzare il mio cane. Non c’era nessuno, solo mia madre (a volte). E stasera mentre lavoravo mi sono chiesta se non so mostrare affetto proprio perchè sono sua figlia.

“Devi avere avuto grandi carenze affettive da piccola”, dici.

“Le sento tutt’ora”, dico.

Poi come un gatto inferocito che mi salta in faccia percepisco chiaramente la consapevolezza che continuerò a sentirla sempre quella mancanza. Mi copro gli occhi con il tuo braccio come se fosse sufficiente a non guardarmi dentro, ma improvvisamente mi ritrovo bambina, e piango. Vicino a me ci sei tu ma io mi sento stretta dall’abbraccio di mia sorella. Una sensazione che non avevo mai provato fino a qui e che mi gela. Quella mancanza è diventata la mia bussola. Quella mancanza che ho indossato da bambina non me la leverò più. E tu ci sei finito dentro, tu sei la mia coazione a ripetere, il mio tentativo di superare l’irrisolto, il fantasma di un abbandono. Ti chiedo le carezze che non ho mai avuto, voglio farmi amare perchè non mi sono sentita amata. Tra tutte le storie impossibili che mi sono cercata negli anni ancora una volta è grazie alla nostra, forse la più impossibile di tutte, che faccio un passo avanti nella conoscenza di me stessa.

Non mi arrabbio mai, non alzo mai la voce, non mi ribello perchè non saprei reggere un abbandono. Devo averne accumulati troppi quando ancora nemmeno sapevo cosa fossero. Non metto mai muri, non chiudo porte perchè dentro so cosa significhi non sentirsi accolti. Odio ogni indisponibilità emotiva perchè so che oltre al mio cuore ce ne sono altri, altri cuori con altre storie, con altre ragioni che hanno tutta la ragione di essere espresse, perchè ogni volta che qualcuno mi urla in faccia il suo punto di vista senza considerare il mio mi sento cadere in un pozzo nero di terrore in cui le mie emozione non vengono raccolte, contenute, alfabetizzate.

Non voglio passare assenza, non un singolo istante di assenza a chi amo. La presenza non ha nulla a che vedere con la condivisione degli spazi e del tempo. La presenza è esserci, soltanto. Ma esserci davvero, senza obblighi, senza maschere, senza pretese. Esserci con tutti gli sbagli, ma soprattutto col coraggio di chiedere scusa. Perchè il cuore cambia direzione a volte, ed è giusto ascoltarlo e farlo ascoltare.

31

Il solo regalo che ho avuto per i miei 31 anni è stato il tuo tempo.

Ed è il regalo più bello che potessi ricevere.

In mezzo a tante nuove maschere tu ancora, dopo anni, brilli di una verità accecante.

Tu ancora aspetti pazientemente che la falsità non guasti più il mio umore,

mi guardi piangere da dove non puoi raggiungermi e ti inventi qualche gesto per provocarmi un sorriso.

Tutte queste maschere continuano a chiedermi come faccio a stare con te e io non faccio che provare tenerezza per loro, che non sanno cosa voglia dire relazionarsi con una persona sempre vera, cosa voglia dire potersi mostrare davvero per quello che si è, cosa significhi avere tutto un mondo di sentimenti ed emozioni dentro pur non possedendo nessuno, ma amando soltanto.

Amare, amarti mentre il tempo passa, amarti di più quando mi rendo conto che attorno a me non cambia niente, che tutti continueranno a giocare a nascondino con se stessi mentre noi ci troviamo, ci scopriamo, ci spogliamo dai doveri, dalle abitudini, dalle regole, dai teatrini.

Ti amo mentre il tempo passa e non mi chiedo mai cosa provi tu. Non ho bisogno di prove, di misurarti con regali e cene pagate. Ho bisogno che del tuo ridere di me, degli schiaffi che a volte sono le tue parole, del tuo essere vero sempre, sempre e nonostante tutto. 

Perchè la verità è il più grande atto d’amore, per una come me.

 

 

Tutto sa di te.

Mangio una ciliegia che sa di te.

Mangio un albicocca che sa di te.

Il melone ancora non l’ho tagliato, aspetto che maturi il tuo sapore.

Sì, conosco bene il tuo sapore, ma avevo scordato cosa significhi avere una casa che sa di te.

L’odore del sigaro che sale le mie scale.

Tu che cammini nudo in queste poche stanze.

L’intimità delle finestre chiuse che tengono dentro tutto il nostro mondo, poca importa di quello che c’è fuori.

Tornare a casa stanca dal lavoro, infilarsi sotto un lenzuolo stropicciato dalle mie mani che cercavano un appiglio, e sa di te.

 

IMG_2575

Tutti i caffè che bevo.
Tutti i passi che muovo.
Tutti gli animali che accarezzo.
Tutte le persone che schivo.

Poi arrivi tu,e il tutto non è più niente.

Perchè tu, tu sei la mia curva di San Martino.

Non hai capito niente.

Me lo ripeti spesso, quando ti sfioro i sentimenti.

Ma io, sicura nei miei, di sentimenti, ho continuato a non ascoltare.

Amarti mi è sempre bastato, non ho mai chiesto altro.

Dare dare dare, darti tutto.

La giovinezza, le mattine prese d’anticipo, le ossessioni, i limiti, il bianco, le certezze.

Mi sono messa nelle tue mani senza mai chiedere niente in cambio.

Per paura, probabilmente.

Che le parole sono fonte di malintesi e poi è difficile farsele scivolare di dosso.

Il mio cuore però ti sentiva.

E oggi batteva con rabbia per urlare la sua ragione, perché aspettava solo che tu facessi quegli immensi giri di parole per rinfacciarmi che lui aveva ragione, che ci sentiva bene.

Pelle d’oca un caldo pomeriggio d’agosto, tu per me sarai questo.

Orgasmo di parole che frantumano il mio piccolo mondo di convinzioni.

Tu sei rimasto, dici.

Io arrossisco per il piacere che mi dai.

Ma come sempre hai ragione tu, non dovrei arrossire per quello che siamo noi due,

dovrei farlo per tutta la me stessa che ho sprecato prima di stare con te.

…vorrei scrivere di te sai,
vorrei poter descrivere l’attimo in cui le braccia mi tremavano forte,
la gioia del camminarti a fianco nei campi al tramonto di una giornata di fine agosto,
ma tu sei rientrato da poco,
ed io non lo so dove sei stato.
Oggi eri con me, oggi.
Adesso non posso dormire invece.

…con te è come andare in altalena, mi fai toccare le ultime foglie degli alberi, poi strisciare i piedi a terra. Se solo avessi imparato a spingermi con le mie gambe, forse, non ci sarebbero tutti questi alti e bassi. Ma io ho bisogno che tu mi spinga,sempre. Perchè se tu non ci sei non c’è né alto né basso, se tu non ci sei non c’è niente. So che mi vorresti vedere camminare da sola, il che certo non ti escluderebbe dalla mia vita, ma adesso io non ci riesco. Non posso continuare a fare di te la mia stampella, ho bisogno di qualcosa mi dia respiro da te, qualcosa che ti dia respiro da me. Ho bisogno dell’amore incondizionato che solo un cane può dare,e tu che con i cani ci vivi non puoi non capirmi. Ci deve essere qualcosa lontano dalla tua schiena,capisci? E non saranno le persone,perchè quelle fanno solo male.

…credo sia arrivato il momento di prendermi un cane.

Le persone davvero non riesco a capirle,o magari sono io quella problematica,non so…non ho nemmeno più voglia di domandarmelo.

Lavoro lavoro e pago le mie bollette.

Chiedo attenzioni dagli amici e ricevo il nulla.

Ho te,se dio vuole ho te,che adesso sei presente come non lo sei stato mai,che sembri avermi accettata in ogni difetto,che mantieni i toni calmi,che mi sorridi dalla finestra e mi tieni su con i baci che mi sono costati anni. Sì,adesso ci sei,e adesso che ci sei così tanto la paura è più forte,perchè fuori di te non c’è niente,e di quel poco che c’è non mi posso interessare se mi fa solo male…ma non posso neanche abituarmi a te,non posso lasciarmi andare perchè già dovrei iniziare ad abituarmi all’idea che non sarà così per sempre,che non staremo così abbracciati per anni,abbiamo le notti contate,le conta la mia paura continuamente quando mi accorgo di come fa presto la vita a rivoltarsi,quando sento che sto bene solamente con te e non posso gioirne.

Il mio corpo soffre,me lo dice nel modo più fastidioso.

Me lo avevano già detto anni fa di imparare a far senza le persone.

Che siano la tua famiglia,gli amici,gli amori è necessario stare su da soli.

Se a nessuno importa,non importa nemmeno a me.

Ma di un cane ho bisogno ora. Io senza un cane non ci sono mai stata.

Posso fare senza le persone,ma non senza l’amore incondizionato di un cane.

…mi chino sul…

…mi chino sul tuo petto per annusare i giorni che ci hanno tenuti lontani,

passo le dita tra i tuoi capelli bianchi,passo le dita tra i tuoi capelli grigi,

mi sollevo e le tue mani mi afferrano i seni,

il segno dei giorni di sole svanisce nella tua bocca,

tieni gli occhi chiusi e succhi i miei capezzoli,

non ti ho mai trovato tanto bello come in questo momento,

ti ho guardato e ho sentito la vita sbocciarmi dentro,

ti ho guardato e ho pregato che non finisse.