Ho voglia di scrivere. E una volta lessi un’intervista a Patrizia Valduga dove diceva che si scrive o prima o dopo l’amore, mai durante.
Ascolto Brian Eno, come quando andavo a letto con un uomo in grado sempre di mostrarmi cose, libri, film, musica che non conoscevo. Di cosa ho nostalgia, dunque?
Sono sette anni, ma non sono in grado di lasciarti adesso, anche se ho sete di cose nuove, anche se sono presa dall’utilità e difesa, e devo fare anche gli esercizi per la schiena, e perdere peso, anche se non ti penso quasi mai. Però ci sono, sempre.
Ho smesso di mostrarmi, ho smesso di dare. Ma non solo a te. Mi rendo conto che non posso ottenere dagli altri quel che io non so dare. Il problema è che oramai “gli altri” sono tutti trasparenti. Il dolore fisico ti cambia. Il mio ha reso la gente trasparente.
Non ho bisogno di nessuno perché alla fine me la cavo sempre. Scendevo le scale lentamente, un passo alla volta, per andare a carezzare il mio cane. Non c’era nessuno, solo mia madre (a volte). E stasera mentre lavoravo mi sono chiesta se non so mostrare affetto proprio perchè sono sua figlia.